Il progetto è volto a ridurre il disagio abitativo delle fasce più deboli della popolazione, attraverso la ristrutturazione degli alloggi che si trovano in condizioni igienico-prestazionali carenti. 
Nel caso gli alloggi siano già abitati, scopo del progetto è altresì quello di conservare il valore aggiunto dato dalla rete di rapporti umani intrecciati negli anni, che andrebbero dispersi in caso di rilocalizzazione degli abitanti.


Il Cicsene si impegna nella mediazione con il proprietario dell’unità abitativa che si intende riqualificare perché accetti l’intervento edilizio e il relativo costo, coperto al 50% da un contributo a fondo perduto messo a disposizione dal progetto. In contropartita, il proprietario si impegna a mantenere l’inquilino già presente nell’alloggio per un certo periodo o, nel caso l’alloggio non sia abitato, a stipulare un contratto a un canone di locazione agevolato con soggetti indicati dal Cicsene, e si impegna affinché per lo stesso tempo la scelta dell’inquilino spetti al progetto.

Il progetto ha ricevuto nel 2005 un contributo dalla Fondazione Unidea che ha permesso di studiare l’impostazione metodologica e procedurale del lavoro e di realizzare sei interventi sperimentali a Torino.